Andiamo
ora ad analizzare i veri parametri di proporzioni dell’immagine: la
cosiddetta "Sezione Aurea" e le tematiche ad essa correlate.
La
trattazione di questo argomento richiederebbe un libro a sé, ma cerchiamo
comunque di accennare il concetto.
Per
far sì che l’immagine risulti non banale, con il centro
dell’attenzione coincidente col centro geometrico del riquadro, possiamo
effettuare delle scomposizioni di quest’ultimo e far cadere le parti che
richiamano l’attenzione in zone che esaltino la connotazione armonica
dell’insieme.
Le
proporzioni suggerite… dalla matematica e dalla natura spesso coincidono
con la proporzione aurea, così denominata per la sua apparente
perfezione. Dai matematici pitagorici (circa VI secolo A.C.), passando per
il Medio Evo (nel 1200 il matematico Fibonacci pubblica la successione
numerica che si scoprirà essere legata alla sezione aurea) ed il
Rinascimento (il libro De Divina Proportione del Pacioli con
illustrazioni di un certo Leonardo da Vinci) fino ad oggi, resta invariato
il fascino per questo concetto. Il rapporto delle due sezioni è di 1,618
(approssimato): proporzione cosiddetta "aurea".
A
questa proporzione, nella composizione dell’immagine, può seguirne
un’altra per una restante parte del riquadro e così via come possiamo
vedere nel disegno: la linea curva è formata dalla successione dei cerchi
i cui raggi sono coincidenti ai quadrati della figura.
Come
disegniamo una spirale aurea?
Abbiamo
un rettangolo, il nostro frame:
ricaviamo un quadrato da esso utilizzando come lato quello minore: nella
restante parte, dove avremo ottenuto un ulteriore rettangolo più piccolo,
facciamo la stessa cosa e avremo un nuovo quadrato e un rettangolo sempre
più piccolo. Continuando così otteniamo
una serie di quadrati, teoricamente infiniti diventando sempre più
piccoli. Se tracciamo un quarto di cerchio utilizzando come raggio un lato
dei quadrati della nostra composizione, otterremo una spirale.
Per
definire il nostro "punto di interesse" dovremo tendere ad inseguire
il culmine di questo vortice. Più semplicemente, come vediamo nella
figura con la tartaruga, per trovare il "centro decentrato" della
nostra immagine, possiamo tracciare due diagonali, una sul primo
rettangolo, l’intero fotogramma, e la seconda sul rettangolo che residua
dopo aver tracciato il quadrato sul suo lato minore. Il punto di
intersezione di queste diagonali potrà essere un centro di interesse
dell’immagine dal punto di vista proporzionale.
Il
classico esempio di spirale logaritmica simile al disegno è quello della
conchiglia Nautilus, ma in natura possiamo trovare un’infinità di altri
esempi, in forme animali, vegetali e addirittura nella disposizione delle
galassie.
Il
nautilus, come molti altri esempi in natura, segue una spirale logaritmica
Dopo questo accenno, necessariamente approssimativo ed
incompleto, vediamo come si può tradurre in aiuto nella disposizione
degli oggetti della nostra attenzione attraverso degli esempi non
dimenticando che difficilmente potremo operare queste scelte in maniera
accurata mentre siamo in immersione, per cui un moderato ritaglio, quando
necessario e senza che ne riduca in modo visibile la qualità, non può
che fare del bene alla nostra immagine.
In
questi esempi vediamo le proporzioni dell’immagine in cui la porzione
che attira l’attenzione maggiormente, oppure la parte più importante
dell’animale, la testa, risulta posizionata nella porzione di quadro in
cui converge la spirale aurea.
La
regola dei terzi
Il concetto di sezione aurea può essere semplificato o elaborato
diversamente: a tal proposito non si può non fare menzione della
cosiddetta regola dei terzi. Pur sapendo di ripetermi vorrei ribadire il
concetto iniziale: visto il carattere fondamentalmente libero della
creazione dell’immagine, pur riconoscendo ai parametri matematici e
geometrici la loro importanza, il termine regola mi sembra comunque
eccessivo, si tratta in questo caso, più che altro di un consiglio, od
una indicazione, ma siccome "il consiglio dei terzi" suona
decisamente male, lo continueremo a chiamare "regola".
Per far sì che l’immagine risulti il meno possibile banale e ben
equilibrata si divide, in orizzontale od in verticale, il quadro in tre
parti orizzontali e verticali e si fa cadere il centro dell’attenzione
nella delimitazione tra due di essi. Del resto è ben noto anche ai
principianti della fotografia che mettere il soggetto al centro risulta
banale, mentre spostandolo di lato e lasciando alle altre componenti
dell’immagine dello spazio compositivo si ottiene una immagine più
varia.
Analizziamo
un’immagine complessa.
Regola
dei terzi e diagonale, il centro è sull’occhio del pesce, protagonista
della scena
Considerando
il rettangolo aureo, la nostra attenzione "conclude" la lettura sul
soggetto in secondo piano. Un'altra osservazione su questa immagine: il
pesce guarda lontano da noi, se fosse da solo sarebbe un'inquadratura
mediocre, siccome in questo caso sta guardando l'altro soggetto della
foto, il sub, la composizione, a livello di "racconto" è
efficace.
Regola
dei terzi: l'attenzione è sul terzo di sinistra. Inoltre la testa
dell’animale è inclinata in diagonale, che
movimenta ancor di più l’immagine.
Nell’immagine
vediamo che pur non avendo nulla di particolare da inquadrare oltre la
testa di questa allegra murena, essa risulta più gradevole di una
inquadratura centrale, lasciando dello spazio dalla parte dove l’animale
"guarda".
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