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Nikonos IV Nikon      collezione personale

  1981, La Nikonos IV-a: si accantona la configurazione a "secchiello" per una tradizionale macchina fotografica con dorso apribile, pulsante di scatto e levetta per il riarmo otturatore-avanzamento pellicola. Anche per dimensioni non differisce molto da una macchina terrestre (e infatti più di una volta, utilizzandola per foto sulla battigia, ho sentito l'esclamazione: "attento che ti si bagna!").  Il pressapellicola è unito al corpo macchina e non al dorso per proteggere il delicato otturatore a lamelle da eventuali gocce d'acqua che potrebbero cadere all'apertura. Inizia l'elettronica a entrare nella Nikonos: automatismo a priorità di diaframmi, un solo tempo meccanico per il sincro lampo, posa B e nessun tempo regolabile manualmente. Il mirino, finalmente, è concepito per l'uso subacqueo per l'obiettivo standard 35mm, resta però indispensabile utilizzare un mirino esterno, applicato sulla slitta porta accessori, per le ottiche più corte.

La Nikonos IV è la macchina anfibia Nikon che ha riscosso meno successo, non so in termini di numero di apparecchi venduti, (del resto questo dato avrebbe poca importanza vista la assenza di concorrenza su questa tipologia di fotocamera) ma come commenti da parte degli esperti e degli utilizzatori professionali. Le critiche erano incentrate sopratutto su i seguenti aspetti: innanzitutto la naturale ritrosia ad accettare le novità, come succede sempre in questi casi (basti pensare all'avvento dei flash elettronici, l'autofocus, il sensore digitale... alzi la mano chi non ha mai sentito pesanti parole di disprezzo verso queste innovazioni...).

La chiusura del dorso poi, non veniva certo osannata : una guarnizione "a battuta"che dava l'idea di un vero passo indietro rispetto all' elegante o-ring lavorante sul perimetro e che, a dire dei più era poco affidabile; però poi tutti questi allagamenti non è che si vedevano, ma erano comunque molto più temuti perché in tal caso si danneggiava la parte elettronica e l'otturatore, al contrario dei precedenti modelli in cui era sufficiente una bella sciacquatura e asciugatura per rimettere il tutto in condizioni operative. 

Per ultimo (ma forse per primo in ordine di importanza) la mancanza di impostazione manuale dei tempi, funzione ritenuta indispensabile dai fotoamatori evoluti e dagli utilizzatori professionali, faceva sì che questa fotocamera venisse considerata una specie di ibrido tra apparecchio per foto ricordo e macchina fotosub professionale. Come fu, o come non fu, di fatto le Nikonos III usate hanno continuato a mantenere un valore commerciale spesso uguale o superiore alle IVa e alla V fino almeno alla metà degli anni '90. 

Tornando alla nostra IV-a, in effetti, questa macchina di transizione si è dovuta sobbarcare della vulnerabilità della elettronica senza però restituire, nella fotografia subacquea vera e propria, reali vantaggi: fotografando col flash (non ancora TTL come sarà in seguito la V) l'automatismo in priorità di diaframmi non serve a molto, questa funzione serviva perlopiù a valutare la luce ambiente in luogo dell'esposimetro esterno e per l'uso terrestre.

Dati tecnici:

Meccanica/elettronica: tempo 1/90 sincro flash meccanico

Esposimetro incorporato per la modalità automatismo a priorità di diaframmi.

Sensibilità Asa-Iso  da 25 a 1600

Tempi: da 1/ 30 a 1/1000 non impostabili manualmente

Sincro flash 1/90

Produzione dal 1980 al 1983

 

 
 

 

 

 

Il discusso dorso: la guarnizione è sagomata e lavora "in battuta"

 
   
 

L'eccellente otturatore a lamelle metalliche.

 
   
 

La "borsa pronto" inizia a essere disegnata con "styling"