fabio carnovale federico carnovale La storia della fotosub |
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Guida alla fotografia subacquea: evoluzione della tecnologia |
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con la collaborazione di maurizio ulisse |
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Dall'inizio della diffusione della pratica della fotosub al pre-digitale Storia della Nikonos Storia del Flash Subacqueo Immagini commentate clicca per ingrandire
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La storia del flash subacqueo: dalle lampadine all'elettronico TTL |
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Boutan |
Rolleimarin |
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Louis Boutan: l'inventore della fotografia subacquea.
Detta così sembra una affermazione realistica, ed in effetti lo è: ma se questo gentile signore si fosse dedicato ad altro, oggi le immagini fotografiche sarebbero limitate esclusivamente alla superficie? Sarebbe come affermare che senza i fratelli Wright non si volerebbe e senza Bell, pardon, Meucci non si potrebbero fare telefonate. In effetti capiamo bene che così non è, quello che viene riconosciuto, e spesso nemmeno con esattezza per molte invenzioni, è il merito di aver raggiunto lo scopo per primo. Ma sopratutto quello che va elogiato è l'impegno profuso per ottenere un risultato che, per generare qualcosa che ancora non esiste, si è sempre rivelato difficile e costellato di sacrifici e delusioni. Del resto anche in questo caso le discussioni non mancano: l'avvocato William Thompson prima di Boutan, nel 1856 aveva realizzato una fotografia subacquea collocando un apparecchio all'internodi un contenitore stagno ottenendo una immagine a mezz'acqua. Può esser questa la prima fotosub? E' difficile dirsi, ma a questo punto, andiamo a trattare la fotografia subacquea dal dopoguerra in poi, quando, grazie alla tecnologia e... al tempo libero si è potuta sviluppare in maniera non più sporadica questa interessantissima disciplina. Iniziamo da una considerazione filosofica di base: in quegli anni, diciamo dal '50 in poi, non si considerava una attività come la subacquea fine a se stessa, già sufficiente a regalarci il piacere di vivere una dimensione diversa e essere paghi di osservare gli esseri viventi marini, bisognava andare sott'acqua per qualche scopo. Nella maggior parte dei casi questo era rappresentato dalla "pesca subacquea" (anche se in realtà si tratta di caccia in quanto si adoperano fucili e non lenze o reti), ed ancora oggi viene così chiamata l'attività del sommozzatore dalle persone meno avvezze. Quindi fiocine, arpioni e retini e giù ad acchiappar tutto quello che viene. Fino al giorno in cui il decreto del 7 Gennaio 1980 ha la pretesa di metter fine alla caccia subacquea con l'autorespiratore. Risultato: come spesso avviene nel Bel Paese, la legge viene criticata, interpretata e... ignorata. Man mano però che i sub si formano nelle scuole e non sono più autodidatti raffazzonati si va verso una maggiore presa di coscienza della necessità della conservazione di quell'ambiente che vogliamo vivere nella sua interezza, si scopre che quel decreto dopotutto, non era così criticabile, vi immaginate oggi con il numero di subacquei che si immergono cosa avverrebbe laggiù se tutti sparassero fiocine ed arpioni? Immaginate un barcone di 20-30 sub che scatena nel mare un assalto all'arma bianca, e magari poco lontano nella stessa cala, un'altro club che riversa in mare qualche altra decina di sommozzatori avidi di prede... Già però, tornando agli anni addietro, diciamo fine anni '70 inizio '80, cosa andiamo a fare sott'acqua se non spariamo a qualcosa? Ricordo un aneddoto: è da poco in vigore il decreto che vieta la caccia con l'autorespiratore, arriviamo in porto, io e mio fratello, col gommone e iniziano le domande di rito: "cosa avete preso?" e noi: "noi non peschiamo, fotografiamo" "ma dai, fammi vedere cosa hai in quel sacco là!" lo apro e con delusione degli astanti, c'era la custodia con la macchina fotografica. Alla fine un nostro "fan", offeso, dice: "va be' sono tanti che, con la scusa della foto vanno a cacciare sott'acqua, almeno però potevate farcelo vedere il pescato, mica vi denunciavamo!" Per fortuna già erano anni che, noi appassionati di acqua salata, eravamo incollati al televisore a vedere i documentari di Jacques Cousteu, Bruno Vailati e Folco Quilici, sono nate le riviste "Mondo Sommerso" ed "Il Subacqueo" con le foto, i racconti coloriti e i fumetti didattici di Adriano Madonna e i tanti altri pionieri dell'immagine sottomarina. Ovviamente esistevano già apparecchi fotografici subacquei da molti anni, ma la loro diffusione era piuttosto limitata, quando la subacquea inizia a diventare uno sport diffuso inizia anche la pratica della fotosub. In Italia la grande maggioranza di fotografi subacquei professionisti e non, utilizzava la Nikonos: compatta, pratica, non costosissima e con ottiche di ottima qualità, riusciva a non far sentire la mancanza del mirino reflex. Ogni subacqueo, possedendola, aveva le potenzialità dei più grandi fotografi naturalisti. Oggi, in digitale, in effetti manca un apparecchio con queste caratteristiche, si passa dalle compattine piene di compromessi alle ingombranti e costose custodie per reflex.Qui accanto vediamo, attraverso la descrizione dei più conosciuti sistemi fotografici subacquei, l'evoluzione della fotosub, dagli albori della produzione in serie di apparecchi subacquei al pre-digitale. Ho voluto rappresentare questa evoluzione tramite gli strumenti e non attraverso le persone perché questo avrebbe richiesto una analisi ben diversa e approfondita dei progressi della fotografia subacquea, in particolar modo quella italiana, spesso non sufficientemente considerata. Per approfondire l'argomento sulle persone che hanno fatto la storia della fotosub, vi invito a leggere i libri che propongo qui accanto. Un ringraziamento particolare a Faustolo Rambelli, presidente dell'Historical Diving Society Italia (www.hdsitalia.com) con sede presso il Museo delle Attività Subacquee a Marina di Ravenna e ad Alberto Romeo (www.romeofotosub.it) , medico, giornalista e fotografo subacqueo pluripremiato ed autore di diversi libri e articoli sulla storia della fotografia subacquea. Ancora ringraziamenti ad Anna e Settimio Cipriani per aver messo a disposizione il loro materiale, e negli anni, anche tanti consigli (a me). Grazie a Maurizio Saglio, pioniere della fotosub degli anni '60, che dopo essere stato una figura di maggior spicco e dopo una lunga pausa dall'attività, è oggi tornato alla subacquea. Un ringraziamento speciale a Mimmo Roscigno per i consigli e le informazioni sulla Rolleimarin di cui è il massimo esperto. Sono veramente onorato di aver ricevuto dalle mani di Luisa Gavardi, moglie dello scomparso Luigi Bicchiarelli, il prezioso catalogo delle apparecchiature Bicmar, punta di diamante della fotocinesub italiana degli anni 50-90. Last but not least grazie a Pippo Cappellano fotografo e videoperatore subacqueo autore di numerosi reportage e documentari, Tridente d'Oro nel 1983.
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