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Hans Hass Rolleimarin Franke & Heidecke collezione personale

Un depliant in italiano sulle Rolleiflex e sulla Rolleimarin Manuale della Rolleimarin
  Alla fine degli anni '40 inizia la fotosub con prodotti su scala industriale, con la realizzazione, da parte della Franke & Heidecke, i produttori delle macchine fotografiche Rollei, della Rolleimarin, custodia concepita per le fotocamere formato 6x6 biottiche Rolleiflex.

Nelle fotografie d'epoca questo apparecchio appare molto di frequente affiancato da ben pochi concorrenti per lo più custodie artigianali od autocostruite (ma spesso non per questo meno valide, come quella di Bicchiarelli)). La validità del progetto è evidente per quello che riguarda la robustezza ed affidabilità, magari è un po' pesante, ma come ingombro non è molto più grande di una moderna custodia per reflex digitale.

Veniva utilizzata con un flash a lampadine provvisto di un lungo braccio, successivamente fu costruito anche un (rarissimo) flash elettronico dedicato, ma la maggior parte di quelli che continuarono ad utilizzare il Rolleimarin lo adattarono a lampeggiatori elettronici di vario genere, quello visibile nelle foto è un attacco utilizzato negli anni'70 in USA.

Il progetto è realizzato sulle indicazioni del pioniere di questa disciplina Hans Hass il cui nome è riportato anche sulla custodia stessa. Neanche a dirlo, la precisione e la meticolosità della realizzazione dell'apparecchio è tipicamente teutonica, e la praticità dell'utilizzo (basti pensare al sistema di chiusura, che in un solo movimento comprime efficacemente la guarnizione piatta della chiusura dei semigusci) danno l'idea di qualcosa concepito per durare, non solo per la affidabilità, ma anche in termini di qualità di immagine prodotta. A riprova di ciò basti pensare che c'è chi ancora oggi utilizza questi apparecchi producendo ottime fotografie. In Italia il Prof. Domenico (Mimmo) Roscigno (http://www.mimmoroscigno.it/) ne fa un uso abituale con risultati eccellenti. Costui è un competentissimo e simpatico personaggio che ne possiede e utilizza quattro, ne conosce tutti i segreti e, essendo campano, giustamente la chiama Rolleimarìn.

 
 

 

 

  I comandi: i due braccetti sono collegati tramite ingranaggi alle ghiere dei tempi e dei diaframmi, la levetta anteriore serve ad applicare la lente addizionale o i filtri. In basso è visibile l'attacco flash, non è quello originale, ma è stato aggiunto successivamente per utilizzare un lampeggiatore elettronico. la guarnizione è piatta e necessita di un potente sistema di chiusura che viene ottenuta con un unico movimento della leva preposta.  
     
   
  I comandi dei tempi e diaframmi sono ben posizionati e fluidi nel movimento, l'oblò posteriore consente, come scritto nel manuale dell'epoca, la visione dell'inquadratura nella posizione di nuoto. Le sedi per le viti visibili sopra al mirino ottico sono per applicarvi il "mirino sportivo" cioè la classica croce, veloce come utilizzo ma poco precisa.  
     
   
  Il fondello, con i comandi della messa a fuoco e l'avanzamento pellicola, sulla parte posteriore vediamo l'attacco flash originale, quei contatti scoperti fanno una certa impressione ma niente paura: non ci si fulmina...  
 

 
  La spina di collegamento è del tutto simile a quelle di casa, marcata Grundig, la grande azienda tedesca di elettronica di consumo, col logo del trifoglio dell'epoca.  
 

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  Ecco lo strumento corredato col suo flash, ovviamente a lampadine:il braccio è lungo per evitare l'effetto nebbia, l'unica regolazione è l'inclinazione verso avanti, ma si può facilmente staccare dal corpo macchina e brandeggiare a mano. Nella sezione del sito "storia del flash" vi è una descrizione più particolareggiata di questo lampeggiatore.