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Tabella riassuntiva Obiettivi |
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Qui di seguito una carrellata sulle varie ottiche utilizzabili per la macrofotografia: Obiettivi normali autofocus con funzione macro: 50mm (Canon, Sigma, Pentax, Sony, Olympus) 60mm (Nikon) Questi obiettivi hanno il rapporto di riproduzione di 1:1 (su 35mm) ma la distanza di messa a fuoco per ottenere tale ingrandimento è di circa 20 cm dal piano pellicola o sensore, (quindi quasi a contatto con la lente frontale) il che li rende difficili da utilizzare su animali vivi, un po' come gli obiettivi delle compatte, delle quali però non hanno la profondità di campo. Obiettivi medio tele autofocus con funzione macro: 100mm (Canon, Sony, Pentax) 105mm (Nikon, Sigma) 90mm (Tamron) Si tratta degli obiettivi più usati in macrofotografia, sono pratici, hanno una distanza di messa a fuoco, per ottenere il massimo rapporto di riproduzione di 1:1, di circa 30cm dal piano focale. Rispetto ai precedenti la profondità di campo diminuisce così come aumenta l'effetto sfocato uniforme dello sfondo, spesso desiderato. Possono essere agevolmente utilizzati a mano libera. In linea di massima consiglierei a chiunque voglia cimentarsi con questa branca della fotografia di avere nel proprio corredo una di queste lenti. Inoltre, avendo le varie case produttrici in catalogo da molto tempo questi obiettivi, normalmente la qualità ottica è eccellente, sia per le lenti "originali" che per quelle universali. Leggendo le numerosissime recensioni, in particolar modo quelle degli utenti o dei siti indipendenti, è difficile sentir parlare male di questi obiettivi. Normalmente sono provvisti della funzione di passaggio da autofocus a manuale senza intervenire sul comando della fotocamera, questo per velocizzare l'operazione, infatti il modo più efficace di mettere a fuoco insetti o simili è quello di focheggiare manualmente e, passando all'autofocus, perfezionare il tutto un attimo prima dello scatto. Obiettivi tele autofocus con funzione macro: 150mm (Sigma) 180mm (Canon, Sigma, Tamron) 200mm (Nikon) Per far si che quella "distanza minima di sicurezza" degli animali sia rispettata, aumentando la possibilità di portare a casa lo scatto giusto, si possono utilizzare teleobiettivi più spinti con la funzione macro. La distanza dal piano focale per ottenere il fatidico 1:1 si avvicina al mezzo metro (38 cm per il Sigma 150), e con esso la possibilità di fotografare animali schivi e in piena attività. Per contro, si tratta di lenti più difficili da gestire, necessitano più di frequente del treppiede, la messa a fuoco automatica è lenta (anche in quelli "motorizzati" con motore proprio) e spesso gli utenti lamentano la tendenza alla ricerca inconcludente del fuoco. In realtà l'autofocus di questi obiettivi va utilizzato, come per quelli di focale minore, solo per "perfezionare" la messa a fuoco ottenuta manualmente. A tal proposito questi obiettivi sono provvisti della possibilità di passare dalla modalità manuale a quella autofocus con un semplice movimento assiale della ghiera della messa a fuoco o addirittura mediante pressione e rilascio del pulsante di scatto, senza intervenire sul relativo comando della fotocamera. Utilizzare questo tipo di "vetri" può essere utilissimo, gli amanti dello sfondo sfocato saranno ancora più contenti, ma non credo che possano sostituire del tutto i "100", che porteremo comunque nella borsa o nel giubbotto. Moltiplicatori di focale: I moltiplicatori di focale ( 1,4x, 1,7x, 2x) aumentano la capacità di ingrandimento degli obiettivi a parità di distanza di messa a fuoco, ma a proposito di questo dovremo tenere presente un decadimento della luminosità (circa 1 stop per il 1,4x, 1,5 stop per il 1,7x, e 2 stop per il 2x). Questo non costituirà un problema per la luminosità in se specialmente se utilizzeremo il o i flash, ma per la capacità della macchina di mettere a fuoco in autofocus. Normalmente con gli obiettivi di focale fino a 100mm non vi sono grossi problemi specialmente con i moltiplicatori 1,4x, ma, aumentando la lunghezza focale dell'obiettivo e il rapporto di ingrandimento del moltiplicatore l'autofocus si arrende. Sigma, molto seriamente, addirittura disinserisce automaticamente il proprio autofocus sugli obiettivi 150 e 180, in caso di utilizzo del moltiplicatore, ad una distanza superiore a quella minima di quando l'obiettivo è utilizzato da solo. Comunque in questi casi tutti gli obiettivi (motorizzati in proprio compresi) sono ancora più lenti nell'autofocus e tendono alla ricerca del fuoco avanti e indietro, per cui sarà bene comunque utilizzare tale funzione solo per perfezionare la regolazione manuale. La qualità delle immagini ottenute utilizzando tali accessori dovrà essere testata per verificare la reale utilità degli stessi, infatti in caso di accoppiamenti "poco felici" di lenti e moltiplicatori oppure di quest'ultimi di scarso pregio costruttivo, facilmente potremo rilevare che, con un cropping digitale potremo avere lo stesso se non addirittura un migliore risultato, il che renderebbe vana la presenza dei moltiplicatori stessi. Per effettuare queste prove non basta una impressione generale; bisogna montare la macchina su uno stativo e fotografare un oggetto piatto (ad esempio un disegno od un particolare di una stampa) per non avere problemi di falsi risultati dovuti alla messa a fuoco su piani diversi, e fotografare con diaframmi crescenti. A questo punto potremo confrontare le nostre immagini e, provando ed effettuare il cropping, e ridimensionando tramite interpolazione l'immagine più piccola alla stessa grandezza di quella grande ottenuta col moltiplicatore, capiremo se quest'ultimo è utile o no. Nel mio caso ho sperimentato che, utilizzando un moltiplicatore 2x di media qualità, non avevo un reale vantaggio, mentre utilizzando il 1,4x Tamron insieme col 90mm macro della stessa marca, il livello qualitativo è quasi lo stesso dell'obiettivo utilizzato da solo, effettuando una prova di ridimensionamento con interpolazione si è visto che l'utilizzo del moltiplicatore è più che giustificato. Tubi di prolunga: Sono delle prolunghe che si innestano nella baionetta e sulle quali viene innestato l'obiettivo, il risultato che otterremo è una distanza maggiore dello stesso dal corpo macchina e quindi dal piano focale. Questo fa si che l'obiettivo metta a fuoco più vicino di quanto previsto dal progetto, conseguentemente con qualunque ottica, anche non espressamente concepita per la macro, potremo ottenere rapporti di riproduzione fino e oltre il 1:1. Più l'obiettivo è grandangolare e più sarà grande il rapporto di riproduzione, ma anche la vicinanza col soggetto, al contrario, per i teleobiettivi diminuirà il rapporto di ingrandimento ma aumenterà la distanza di messa a fuoco. Nei modelli più avanzati sono riportati tutti i contatti elettrici, ma non l'alberino dell'autofocus. In effetti non ha nessuna utilità tale comando perché il fuoco si riduce ad una distanza obbligata dove la variazione della ghiera della messa a fuoco ha pochissima influenza. La qualità che richiederemo a questi accessori è esclusivamente meccanica essendo privi di lenti, sono forniti normalmente in serie di tre per avere le più disparate possibilità di ingrandimento. Possono essere applicati a obiettivi non espressamente concepiti per la macro (il classico 50 ad esempio) a cui aumenteranno il "tiraggio" cioè la distanza tra la lente posteriore ed il piano focale, riducendo la distanza di messa a fuoco e perdendo la stessa all'infinito. La messa a fuoco con i tubi applicati dovrà essere ottenuta movendo l'intero complesso macchina obiettivo avanti e indietro. Il meglio lo danno con obiettivi macro, e consiglio vivamente di utilizzarli, ma può essere divertente sperimentare anche ottiche diverse quali tele o addirittura zoom, in questo caso si potrà focheggiare utilizzando la ghiera della variazione focale, modificando contemporaneamente sia la messa fuoco che il rapporto di ingrandimento. In ultimo, teniamo presente che l'allungamento del tiraggio comporta una graduale diminuzione della luminosità (acc... c'è sempre uno scotto da pagare!) e della profondità di campo. Soffietto di prolunga: Sono l'equivalente dei tubi, ma la lunghezza può essere variata senza soluzione di continuità, in effetti potrebbe sembrare una soluzione più pratica, ma la trasmissione della chiusura del diaframma al momento dello scatto e i contatti elettrici presentano problematiche tecniche che in effetti fanno si che il più di questi accessori sia completamente manuale e con il diaframma in stop down (vuol dire che rimane chiuso al valore di lavoro), il che rende più difficile focheggiare e misurare l'esposizione. Normalmente si usano questi accessori per la fotografia macro statica (riproduzione di monete, francobolli etc), ma nulla vieta di portarcelo appresso per i nostri piccoli mostri. Obiettivo invertito: Invertendo l'obiettivo, cioè montandolo, tramite un apposito anello adattatore, con la lente frontale verso il corpo macchina, si ottiene un discreto obiettivo macro il cui rapporto di riproduzione aumenterà se applicheremo anche i tubi od il soffietto di prolunga. Ultimamente si sono rivisti in commercio (anche su ebay) questi accessori, che, sulle moderne reflex digitali potranno essere applicati solo nel caso in cui la fotocamera supporti l'utilizzo di ottiche completamente manuali. Il principale svantaggio è che il diaframma rimarrà sempre chiuso (magari potremo aprirlo col dito fino al momento dello scatto) e la misurazione andrà effettuata in stop down. Questo metodo non è molto utile con animali in movimento, ma per macrofotografie statiche può essere un ottimo inizio per cominciare ad appassionarci. Lenti addizionali: Sono delle lenti che si applicano davanti i normali obiettivi, ne modificano la capacità di messa a fuoco da vicino. In pratica funzionano come gli occhiali per presbiti, e infatti la loro capacità si misura in diottrie. Analogamente ai tubi vengono fornite in serie di tre con capacità di ingrandimento diverse e sono combinabili tra loro. Non riducono la luminosità dell'obiettivo e anche la qualità delle immagini è degna di rispetto, ma il loro rapporto di ingrandimento è limitato. Averle costa poco in termini economici e di peso, e possono risolvere molte situazioni . Teleobiettivi non macro: In virtù del fatto che possono effettuare riprese a distanza senza disturbare gli animali, per soggetti non troppo piccoli come lucertole e farfalle i teleobiettivi (esempio 300 mm messa a fuoco minima 2,5 m) possono risultare molto efficaci, specie se abbinati a moltiplicatori di focale che aumentano il rapporto di ingrandimento senza ridurre la distanza di messa a fuoco. Inoltre hanno la peculiarità di sfocare bene lo sfondo, cosa gradita ai più. Lo scotto da pagare è la difficoltà di utilizzo, specialmente a mano libera. Quelle ottenute in questo modo non si possono considerare riprese macro come da definizione, ma i risultati sono spesso ottimi. Grandangolari e fish eye: Al contrario, la capacità di mettere a fuoco molto da vicino dei grandangolari, in particolar modo quelli spinti ed i fish eye, può essere utilizzata per ottenere immagini ravvicinate. Il soggetto dovrà essere ripreso molto da vicino con le difficoltà relative, lo sfondo risulterà molto riconoscibile o addirittura a fuoco. Le compatte normalmente sono fornite di obiettivi di questo genere, alla minima focale (di circa 8-9 mm a seconda dei modelli) si comportano come dei fish eye per la messa a a fuoco e la profondità di campo, ma non per l'angolo di ripresa che è fortemente ridotto. |
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